"Prima la vergognosa prestazione di Oslo, poi l’esonero del ct Spalletti, che tuttavia andrà in panchina contro la Moldova, infine le voci, che non sono ancora certezze, sul possibile arrivo di Claudio Ranieri sulla panchina azzurra. Giorni decisamente troppo agitati per un tifoso della Nazionale come il sottoscritto. C’è materia per scrivere un romanzo, che per adesso, purtroppo, non sarebbe a lieto fine". Così Arrigo Sacchi sulla Gazzetta dello Sport commenta gli ultimi avvenimenti in casa azzurra.

"Mi è difficile commentare la decisione di mandare via Spalletti. Lo ritengo un ottimo allenatore, e non cambio idea soltanto perché alla guida dell’Italia non ha incantato. Il problema è che in Nazionale non ha potuto lavorare com’è sempre stato abituato a fare, tutti i giorni al campo, in costante contatto con i giocatori. Alla lunga questo lo ha penalizzato. E poi non è certo stato aiutato dalle scelte dei club che puntano su calciatori stranieri e non valorizzano gli italiani. Dove vai, se i giocatori non li hai?", si domanda Sacchi.

"Giusto sottolineare le sue responsabilità, perché è il comandante della nave. A Oslo ha presentato una squadra senza carattere, senza grinta, molle, apatica, senza idee. Ma resto convinto che in Italia si debba fare un salto culturale per avere una Nazionale di alto livello - si legge -. Spalletti ha le sue colpe, ma anche altri devono farsi un esame di coscienza, a cominciare da chi insegna calcio nei settori giovanili. Ora il nome più gettonato è quello di Claudio Ranieri. Bravissimo tecnico e bravissima persona. Penso che, data la situazione nella quale ci troviamo, la sua esperienza e il suo buonsenso possano risultare determinanti. C’è bisogno di tranquillizzare l’ambiente, di cancellare il nervosismo che porta regolarmente a polemiche e discussioni. La ricerca della serenità credo debba essere il primo obiettivo di Ranieri. Rischiamo di non andare al Mondiale, e questo non è tollerabile per una nazione come l’Italia. Mi auguro che ci sia una sterzata e che le cose migliorino. Di certo dobbiamo fare tanta strada e dobbiamo impegnarci tutti per arrivare al traguardo. Quando dico tutti, intendo i giocatori, i dirigenti, l’allenatore e pure i commentatori che hanno il compito di aiutare, con critiche oneste, il lavoro dei protagonisti".
 

Sezione: Rassegna / Data: Lun 09 giugno 2025 alle 11:16 / Fonte: Gazzetta dello Sport
Autore: Alessandro Cavasinni
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